4 gen 2010

Marlon De Azambuja 'Movimento Concreto' di Melania Rossi, 12.11.2009 (IT)

Dopo essere stata alla mostra di Marlon De Azambuja a cura di Antonio Arévalo e aver parlato a lungo con l'artista, cammino per la strada guardando per terra, cercando di cogliere geometrie possibili, unendo con linee immaginarie l’angolo di un marciapiede con la circonferenza di un tombino, e poi da qui fino al perimetro di un altro, stavolta quadrato. Cerco di capire se questi elementi urbani che solitamente sfuggono alla mia attenzione non abbiano il diritto invece di entrare a far parte della mia visione estetica del mondo. Inciampo. Furini Arte Contemporanea apre il nuovo spazio a Roma e ospita i lavori di questo artista brasiliano (nato a Santo Antonio da Patrulha, nel 1978), che gioca e prende spunto dal Movimento Concreto, importante tendenza culturale della fine degli anni ’50 in Brasile. L’ambiente e l’architettura sono argomenti centrali, protagonisti fisici e psicologici di un discorso ampio e complesso sull’arte, sul suo contenuto e la sua cifra estetica e vengono sottolineati dall’artista puntando la luce sugli elementi convenzionalmente ritenuti marginali, secondari. Ecco dunque un nuovo ordine. Possibile, esistente. Su una parete della galleria sono esposte le fotografie della serie “Metaesquema”, scattate a Roma. Marlon De Azambuja ha fotografato il “pavimento” della capitale e ritoccando le stampe con la china ha tracciato una mappa della città, costruendo ipotenuse da un tombino all’altro. Sulla parete di fronte l’artista esegue la medesima operazione con il nastro adesivo, mettendo in comunicazione la presa elettrica in basso a destra, con una mascherina (presumo per coprire cavi elettrici) in alto a sinistra. Ad emergere in tutta la loro dignità sono due “nei” sul muro bianco, che normalmente faremmo di tutto per nascondere.
Il profilo di São Paolo è invece l’oggetto di due video che l’artista ha girato camminando per le strade della città. Oscillando la telecamera dall’alto al basso, egli ha creato uno skyline in movimento in cui gli alti palazzi sembrano dei falli e simulano la penetrazione, anzi, come specifica l’artista stesso, la masturbazione. I temi e gli effetti del concretismo brasiliano si legano quindi ad un atteggiamento erotico, libero e teso a scardinare i punti di vista convenzionali. Torno così ad inciampare sui sampietrini romani cercando forme da inscrivere in una mappa immaginaria, se volessi potrei continuare all’infinito, scoprendo una varietà molteplice di schemi. Fino a casa.