12 giu 2012

Fratelli Calgaro [OUT OF MEMORY] #APPUNTI



Fratelli Calgaro, L'arte sporca, 2011, stampa lambda su alluminio, 91x91 cm



Fratelli Calgaro
[OUT OF MEMORY] Un’immagine fotografica debole ma persistente  
26 maggio – 21 luglio 2012 / opening 25 maggio 
Furini Arte Contemporanea, Via Giulia 8 – Roma

#APPUNTI



“Beati gli smemorati perché avranno la meglio anche sui propri errori”.
Friedrich Nietzsche

In una conversazione che ebbe luogo nel 1985, parlando del collega Riccardo Güiraldes, lo scrittore Jorge Luis Borges disse: “... se cerco di ricordare Güiraldes (...) se voglio ricordarlo, quel che ricordo sono fotografie di lui, perché la fotografia sta ferma e si presta di più al ricordo. Mentre il volto di una persona è mobile e difficile da fissare nella memoria... E questo mi accadde non solo con Güiraldes, ma anche con mia madre e mio padre, se penso a loro, ricordo le fotografie”.

Per decenni abbiamo vissuto il ricordo come una reliquia dell’esperienza vissuta che lascia una traccia emotiva nella nostra visione del mondo.
Oggi il rapporto con l’altro nasce e vive nel mondo digitale, solo qualche volta ne esce... Ma quale tipo di ricordo ne conserverò? In un mondo in cui la conoscenza scava nell’inconscio digitale di Google può esistere una fotografia senza ricordo?



view of the show

[Out of memory] è un segnale di allarme verso la capacità umana di ricordare e produrre quindi memoria senza l’esperienza, ma solo con innesti di relazioni ed informazioni digitali.
Il ricordo che sino a oggi rimandava ad un’esperienza reale, spostata nel tempo con gli strumenti di interazione digitali subisce una evaporazione emotiva di capacità di vissuto e persiste cristallizzandosi in una sorta di inconscio digitale collettivo, un grande database da cui attingere solo quando se ne ha bisogno.

L’analisi critica è composta da punti di vista differenti quali il mutamento, la sparizione e la persistenza della traccia fotografica attraverso tre temi di lavoro:

“L’arte sporca”
Questa serie rappresenta il punto di partenza di un’indagine che cerca di andare al di là della scomparsa dell’estetica per una estetica della scomparsa (aesthetic of disappearance). Una fotografia quindi che registri l’assenza della fisicità sia nel corpo come nel paesaggio.

view of the show

Questa ricerca non vuole sottolineare l’incompiutezza del visibile che ci circonda quanto il suo essere “post” alla sua stessa storia. Dalla chirurgia plastica sino al paesaggio si ha la percezione non più solo di una perdita auratica, ma di un radicale cambiamento di significato verso una consapevole rinuncia al valore di utilizzo e di fruizione: una evaporazione del concetto di dialettica come chiave per capire il mondo ed il suo destino.

“Non ti scordar di me”
Il progetto parte dalla necessità di verificare lo stato di memoria rispetto alla materia tridimensionale. Sono stati spediti una serie di francobolli con stampate delle immagini della Fratelli Calgaro e alcuni sono stati regolarmente recapitati dal servizio postale. La perdita dell’esperienza della sfera reale porta ad una sopravvalutazione dell’analogico, ciò che è reale ed analogico sembra più vero ed autentico.

“Recovery & memory”
Il terzo lavoro estremizza, porta al limite la convinzione che un’immagine si scelga più di quanto non la si fabbrichi o la si “crei”. In ogni caso tutte le immagini create sono comunque immagini scelte da noi; tale scelta non può che essere un lavoro critico, ideologico, dove il fotografo diventa autore sintetizzandone l’immagine finale il proprio sguardo soggettivo. Recovery & memory vuole essere una ricerca verso un assoluto distacco emotivo e sentimentale, fuori da ogni iperbole estetica.

view of the show

Le immagini di questa serie sono state scattate e poi subito cancellate. Infine, attraverso un programma di recupero, sono state restituite all’apparire visibile senza alcuna scelta autorale da parte di chi le ha scattate. Si perde, in questa serie di scatti realizzati in vari negozi di materiale fotografico, qualsiasi costruzione formale dell’immagine, qualsiasi consapevolezza dei soggetti convinti che di loro non rimarrà alcun ricordo.
Se Walter Benjamin scriveva “Ciò che rende incomparabili le prime fotografie è forse il fatto che esse rappresentano l’immagine del primo incontro fra macchina e uomo” (Passages), queste immagini indicano invece un’estrema normalità nella presenza di un fotografo in un negozio di fotografia, lo scatto fotografico diventa quotidiano, quasi una banale convivenza. Queste fotografie mantengono ciò che descrivono, ma i loro soggetti subiscono un’alterazione per il modo in cui sono rappresentati, si oltrepassa la loro funzione quotidiana in favore di una funzione espositiva.

Non esiste alcun soggetto non fotografato o non fotografabile, è la relazione visiva che costruiamo a rendere significativo il soggetto.

Fratelli Calgaro Milano, Maggio 2012