Fratelli Calgaro, L'arte sporca, 2011, stampa lambda su alluminio, 91x91 cm
Fratelli Calgaro
[OUT OF MEMORY] Un’immagine fotografica debole ma persistente
26 maggio – 21 luglio 2012 / opening 25 maggio
Furini Arte Contemporanea, Via Giulia 8 – Roma
#APPUNTI
“Beati gli smemorati perché avranno la meglio anche sui propri errori”.
Friedrich Nietzsche
In una conversazione che ebbe luogo nel 1985, parlando del collega Riccardo Güiraldes, lo scrittore Jorge Luis Borges disse: “...
se cerco di ricordare Güiraldes (...) se voglio ricordarlo, quel che
ricordo sono fotografie di lui, perché la fotografia sta ferma e si
presta di più al ricordo. Mentre il volto di una persona è mobile e
difficile da fissare nella memoria... E questo mi accadde non solo con
Güiraldes, ma anche con mia madre e mio padre, se penso a loro, ricordo
le fotografie”.
Per decenni abbiamo vissuto il ricordo come una reliquia dell’esperienza
vissuta che lascia una traccia emotiva nella nostra visione del mondo.
Oggi il rapporto con l’altro nasce e vive nel mondo digitale, solo
qualche volta ne esce... Ma quale tipo di ricordo ne conserverò? In un
mondo in cui la conoscenza scava nell’inconscio digitale di Google può esistere una fotografia senza ricordo?
view of the show
[Out of memory] è un segnale di allarme verso la capacità umana
di ricordare e produrre quindi memoria senza l’esperienza, ma solo con
innesti di relazioni ed informazioni digitali.
Il ricordo che sino a oggi rimandava ad un’esperienza reale, spostata
nel tempo con gli strumenti di interazione digitali subisce una
evaporazione emotiva di capacità di vissuto e persiste
cristallizzandosi in una sorta di inconscio digitale collettivo, un
grande database da cui attingere solo quando se ne ha bisogno.
L’analisi critica è composta da punti di vista differenti quali il
mutamento, la sparizione e la persistenza della traccia fotografica
attraverso tre temi di lavoro:
“L’arte sporca”
Questa serie rappresenta il punto di partenza di un’indagine che cerca
di andare al di là della scomparsa dell’estetica per una estetica della
scomparsa (aesthetic of disappearance). Una fotografia quindi che registri l’assenza della fisicità sia nel corpo come nel paesaggio.
view of the show
Questa ricerca non vuole sottolineare l’incompiutezza del visibile che
ci circonda quanto il suo essere “post” alla sua stessa storia. Dalla
chirurgia plastica sino al paesaggio si ha la percezione non più solo
di una perdita auratica, ma di un radicale cambiamento di significato
verso una consapevole rinuncia al valore di utilizzo e di fruizione: una
evaporazione del concetto di dialettica come chiave per capire il mondo
ed il suo destino.
“Non ti scordar di me”
Il progetto parte dalla necessità di verificare lo stato di memoria
rispetto alla materia tridimensionale. Sono stati spediti una serie di
francobolli con stampate delle immagini della Fratelli Calgaro e alcuni
sono stati regolarmente recapitati dal servizio postale. La perdita
dell’esperienza della sfera reale porta ad una sopravvalutazione
dell’analogico, ciò che è reale ed analogico sembra più vero ed
autentico.
“Recovery & memory”
Il terzo lavoro estremizza, porta al limite la convinzione che
un’immagine si scelga più di quanto non la si fabbrichi o la si “crei”.
In ogni caso tutte le immagini create sono comunque immagini scelte da
noi; tale scelta non può che essere un lavoro critico, ideologico, dove
il fotografo diventa autore sintetizzandone l’immagine finale il
proprio sguardo soggettivo. Recovery & memory vuole essere una ricerca verso un assoluto distacco emotivo e sentimentale, fuori da ogni iperbole estetica.
view of the show
Le immagini di questa serie sono state scattate e poi subito cancellate.
Infine, attraverso un programma di recupero, sono state restituite
all’apparire visibile senza alcuna scelta autorale da parte di chi le ha
scattate. Si perde, in questa serie di scatti realizzati in vari negozi
di materiale fotografico, qualsiasi costruzione formale dell’immagine,
qualsiasi consapevolezza dei soggetti convinti che di loro non rimarrà
alcun ricordo.
Se Walter Benjamin scriveva “Ciò che rende incomparabili le prime
fotografie è forse il fatto che esse rappresentano l’immagine del primo
incontro fra macchina e uomo” (Passages), queste immagini indicano
invece un’estrema normalità nella presenza di un fotografo in un
negozio di fotografia, lo scatto fotografico diventa quotidiano, quasi
una banale convivenza. Queste fotografie mantengono ciò che descrivono,
ma i loro soggetti subiscono un’alterazione per il modo in cui sono
rappresentati, si oltrepassa la loro funzione quotidiana in favore di
una funzione espositiva.
Non esiste alcun soggetto non fotografato o non fotografabile, è la
relazione visiva che costruiamo a rendere significativo il soggetto.
Fratelli Calgaro Milano, Maggio 2012