12 giu 2012

Deimantas Narkevicius "Ausgeträumt" at Arezzo Wave Love Festival 2012, curated by Furini Arte Contemporanea





DEIMANTAS NARKEVICIUS ‘Ausgetraümt’, 2010,  6 mins, 35mm, DVD


Arezzo Wave Love Festival --- Cinewave
Teatro della Bicchieraia, Arezzo (IT)
July 12-15 2012


The word Ausgeträumt is an untranslatable German word that means the moment before waking. 'It is the state between dream and reality. A state of limbo, free from experience and typical of young people, one that is desirable when someone is going to create something from scratch without repeating even the smallest of earlier discoveries. It resembles a film montage that does not necessarily presuppose a consistent narrative line. The structure has to be rearranged again and again. And the ideal scenario would be to start from a blank page, without unnecessary sentiments and experiences... This would be desirable. Yet, regrettably, it is a utopia' (Deimantas Narkevicius).
Addressing his fascination with naiveté, Narkevicius documents a small group of young Lithuanian boys who have just started a band, interspersing shots of their wintertime surroundings in Vilnius. Pop or rock music has never been fully developed in Lithuania as a means of self expression, and no one Lithuanian pop musician has reached international acclaim. Narkevicius films these young idealists and their international ambitions, asking them questions about their vision of the future and their reflections on the political situation and generally unsatisfying cultural environment.
...

La parola Ausgeträumt è un termine tedesco intraducibile che indica il momento prima del risveglio. “Si tratta dello stato tra il sogno e la realtà. Uno stato di limbo privo di esperienza, tipico dei giovani, che è desiderabile quando uno si avvia a creare qualcosa da zero, senza voler ripetere neanche la più piccola delle precedenti scoperte. Ciò somiglia al montaggio di un film che non presuppone necessariamente una linea narrativa prefissata. La struttura deve essere ravviata ogni volta di nuovo. E lo scenario ideale dovrebbe essere quello di cominciare da una pagina vuota, senza sentimenti e esperienze inutili…Questo sarebbe desiderabile. Ma, purtroppo, è ancora un’utopia” (Deimantas Narkevicius).
Narkevicius documenta un gruppo di giovani ragazzi lituani che hanno appena formato una band, spezzando le loro giornate invernali a Vilnius. La musica Pop e quella Rock non si è mai veramente sviluppata in Lituania come mezzo espressivo, e nessun musicista pop lituano ha mai ottenuto un successo internazionale. Narkevicius riprende questi giovani idealisti e le loro ambizioni internazionali, facendo  domande sulla loro visione del futuro, una riflessione riguardo alla situazione politica e in generale sul contesto culturale insoddisfacente.


ArezzoWaveLoveFestival

Fratelli Calgaro [OUT OF MEMORY] #APPUNTI



Fratelli Calgaro, L'arte sporca, 2011, stampa lambda su alluminio, 91x91 cm



Fratelli Calgaro
[OUT OF MEMORY] Un’immagine fotografica debole ma persistente  
26 maggio – 21 luglio 2012 / opening 25 maggio 
Furini Arte Contemporanea, Via Giulia 8 – Roma

#APPUNTI



“Beati gli smemorati perché avranno la meglio anche sui propri errori”.
Friedrich Nietzsche

In una conversazione che ebbe luogo nel 1985, parlando del collega Riccardo Güiraldes, lo scrittore Jorge Luis Borges disse: “... se cerco di ricordare Güiraldes (...) se voglio ricordarlo, quel che ricordo sono fotografie di lui, perché la fotografia sta ferma e si presta di più al ricordo. Mentre il volto di una persona è mobile e difficile da fissare nella memoria... E questo mi accadde non solo con Güiraldes, ma anche con mia madre e mio padre, se penso a loro, ricordo le fotografie”.

Per decenni abbiamo vissuto il ricordo come una reliquia dell’esperienza vissuta che lascia una traccia emotiva nella nostra visione del mondo.
Oggi il rapporto con l’altro nasce e vive nel mondo digitale, solo qualche volta ne esce... Ma quale tipo di ricordo ne conserverò? In un mondo in cui la conoscenza scava nell’inconscio digitale di Google può esistere una fotografia senza ricordo?



view of the show

[Out of memory] è un segnale di allarme verso la capacità umana di ricordare e produrre quindi memoria senza l’esperienza, ma solo con innesti di relazioni ed informazioni digitali.
Il ricordo che sino a oggi rimandava ad un’esperienza reale, spostata nel tempo con gli strumenti di interazione digitali subisce una evaporazione emotiva di capacità di vissuto e persiste cristallizzandosi in una sorta di inconscio digitale collettivo, un grande database da cui attingere solo quando se ne ha bisogno.

L’analisi critica è composta da punti di vista differenti quali il mutamento, la sparizione e la persistenza della traccia fotografica attraverso tre temi di lavoro:

“L’arte sporca”
Questa serie rappresenta il punto di partenza di un’indagine che cerca di andare al di là della scomparsa dell’estetica per una estetica della scomparsa (aesthetic of disappearance). Una fotografia quindi che registri l’assenza della fisicità sia nel corpo come nel paesaggio.

view of the show

Questa ricerca non vuole sottolineare l’incompiutezza del visibile che ci circonda quanto il suo essere “post” alla sua stessa storia. Dalla chirurgia plastica sino al paesaggio si ha la percezione non più solo di una perdita auratica, ma di un radicale cambiamento di significato verso una consapevole rinuncia al valore di utilizzo e di fruizione: una evaporazione del concetto di dialettica come chiave per capire il mondo ed il suo destino.

“Non ti scordar di me”
Il progetto parte dalla necessità di verificare lo stato di memoria rispetto alla materia tridimensionale. Sono stati spediti una serie di francobolli con stampate delle immagini della Fratelli Calgaro e alcuni sono stati regolarmente recapitati dal servizio postale. La perdita dell’esperienza della sfera reale porta ad una sopravvalutazione dell’analogico, ciò che è reale ed analogico sembra più vero ed autentico.

“Recovery & memory”
Il terzo lavoro estremizza, porta al limite la convinzione che un’immagine si scelga più di quanto non la si fabbrichi o la si “crei”. In ogni caso tutte le immagini create sono comunque immagini scelte da noi; tale scelta non può che essere un lavoro critico, ideologico, dove il fotografo diventa autore sintetizzandone l’immagine finale il proprio sguardo soggettivo. Recovery & memory vuole essere una ricerca verso un assoluto distacco emotivo e sentimentale, fuori da ogni iperbole estetica.

view of the show

Le immagini di questa serie sono state scattate e poi subito cancellate. Infine, attraverso un programma di recupero, sono state restituite all’apparire visibile senza alcuna scelta autorale da parte di chi le ha scattate. Si perde, in questa serie di scatti realizzati in vari negozi di materiale fotografico, qualsiasi costruzione formale dell’immagine, qualsiasi consapevolezza dei soggetti convinti che di loro non rimarrà alcun ricordo.
Se Walter Benjamin scriveva “Ciò che rende incomparabili le prime fotografie è forse il fatto che esse rappresentano l’immagine del primo incontro fra macchina e uomo” (Passages), queste immagini indicano invece un’estrema normalità nella presenza di un fotografo in un negozio di fotografia, lo scatto fotografico diventa quotidiano, quasi una banale convivenza. Queste fotografie mantengono ciò che descrivono, ma i loro soggetti subiscono un’alterazione per il modo in cui sono rappresentati, si oltrepassa la loro funzione quotidiana in favore di una funzione espositiva.

Non esiste alcun soggetto non fotografato o non fotografabile, è la relazione visiva che costruiamo a rendere significativo il soggetto.

Fratelli Calgaro Milano, Maggio 2012




2 giu 2012

Nemanja Cvijanovic winner of the MacroAmici Prize 2012



Nemanja Cvijanović
Il Piedistallo della Patria
2009
digital print DuPont on canvass, frame; photo, frame, glass, black velvet
166 x 300 cm; 58 x 66,5 cm



Nemanja Cvijanović won the MacroAmici Prize 2012 and his artwork Il Piedistallo della Patria (2009) will become part of the Macro Museum's permanent collection.
 The work includes an overturned print on canvass of the Pellizza da Volpedo's Il Quarto Stato (1901) and a copy, overturned at the same time, of the photographic image which represents the Benito Mussolini, Clara Petacci and his companions hung death bodies in Piazzale Loreto in Milan (1945). Il Piedistallo della Patria alludes also to the Piero Manzoni's piece Le Socle du Monde (1961) for the sense of turnover. It's a deep and light reflextion on the socio-political international system throught the history, the art history and the politic, in the tipical Nemanja Cvijanović's way.

Nemanja Cvijanović ha vinto il Premio MacroAmici 2012 e la sua opera Il Piedistallo della Patria (2009) entrerà nella collezione permanente del Museo Macro di Roma.
L'opera è costituita da una stampa su tela de Il Quarto Stato (1901) di Pellizza da Volpedo rovesciata e da una copia, anch'essa rovesciata, dell'immagine fotografica che ritrae i corpi morti di Benito Mussolini con Clara Petacci e altri suoi camerati appesi in Piazzale Loreto a Milano (1945). Il Piedistallo della Patria allude inoltre all'opera di Piero Manzoni Le Socle du Monde (1961) per il senso di capovolgimento. Si tratta di una profonda e sottile riflessione sul sistema socio-politico internazionale attaverso la storia, la storia dell'arte e la stessa politica, nel fare tipico di Nemanja Cvijanović.

11 mag 2012

Fratelli Calgaro [OUT OF MEMORY] Un’immagine fotografica debole ma persistente




26 maggio – 21 luglio 2012 / opening 25 maggio ore 12-24
Furini Arte Contemporanea, Via Giulia 8 – Roma

Furini Arte Contemporanea è lieta di presentare il nuovo progetto della Fratelli Calgaro [OUT OF MEMORY] Un’immagine fotografica debole ma persistente, un corpo di lavori fotografici che documentano un’acuta analisi estetico-sociale sulla memoria visiva intesa come stratificazione dei ricordi.

[OUT OF MEMORY] è il messaggio di errore e di allarme che compare in un sistema quando la memoria non è  più  sufficiente né compatibile. Allo stesso tempo, letteralmente, indica qualcosa che sta fuori dalla memoria e che non rientra nell’archivio mentale costituito dalle esperienze.

La Fratelli Calgaro elabora così l’idea di una memoria precostituita, sviluppando visivamente alcune delle tematiche anticipate dallo scrittore statunitense Philip Dick nel suo romanzo Il cacciatore di androidi (1968): cosa è reale e cosa artificiale, la tendenza degli esseri umani a diventare sempre più simili alle macchine fino a perdere l’empatia per simulare a loro volta realtà, il rapporto fra il soggetto e l’oggetto, ciò che rimane del cogito ergo sum cartesiano.

In [OUT OF MEMORY] si allude ad un contorno visivo di cui ognuno di noi è fornito grazie ad immagini condivise digitalmente, che popolano i motori di ricerca dando origine ad una memoria collettiva, una sorta di inconscio digitale non necessariamente frutto delle esperienze individuali, ma rese proprie in funzione del concetto diffuso che qualcosa esiste (solo) se posso vederlo riprodotto in un’immagine, anche soltanto in un monitor.

Questo progetto esamina il mutamento del ruolo della traccia fotografica e della sua funzione documentaria nell’epoca digitale, in cui viene sempre più considerato l’aspetto della “condivisione”, inteso come azione che amplifica il potere comunicativo dell’esperienza ad un largo pubblico, e sempre meno quello di “ricordo”, inteso come elemento che costituisce la memoria personale.

Bio
FRATELLI  CALGARO è lo  pseudonimo con il quale Giuseppe Calgaro, laureato in Filosofia all´Università degli Studi di Venezia, firma il suo lavoro artistico dal 2003 fondando a Sandrigo la Fratelli Calgaro. Vive e lavora a Milano.

Mostre personali selezionate: 2011: “Giuriamoci eterna infedeltà” Comodamente, Vittorio Veneto 2010 “Torno subito” AB 23 contenitore per il contemporaneo, Vicenza 2009 “Nessuno Escluso” mostra performance al distributore di benzina Kastrati  di Kavaja, Albania 2008 “Nulla cena sine tragoedia”, Furini Arte Contemporanea , Roma 2007 “Slap club”, Dieffe Arte Contemporanea, Torino

Mostre collettive selezionate: 2011 “Artisti per Casa”,  Casa  Carosello, Bolzano, Save our Skiers 3, Palazzo delle Miniere, Fiera di Primiero, Trento;   “Padiglione Veneto  della 54. Esposizione d’Arte Internazionale della Biennale di Venezia,  S.O.S.2 –Save our Skiers , Spazio Lab 610XL, Sovramonte,  Upupa “Fortino di Sant’Antonio Abate Bluorg”, Bari, “Voglio la neve ad agosto” LAB 610 XL  Via San Rocco 167, Sovramonte 2008 “Shapes of time”, Biennale di Alessandria 2009 “Welcome Home” AB 23 contenitore per il contemporaneo, Vicenza. “Degli uomini selvaggi e d’altre forasticherie" LAB 610 XL  Via San Rocco 167, Sovramonte. 2008 “Shapes of time”, Biennale di Alessandria, Video fotografia contemporanea, Italia.    2007 –“Identità segrete. L’enigma nella fotografia contemporanea”. Modena ; “VIII Premio Cairo”, Palazzo della Permanente, Milano; “Curve pericolose”, Casa del pane, Porta Venezia, Milano. 2006 –“ La donna oggetto, Miti e metamorfosi al femminile 1900-2005”, Castello di Vigevano, Italia; “Ars in Fabula”, Palazzo Pretorio, Certaldo (Si), Italia; “Shootgames” , La Scuderia , Bologna; “Polaroid. Scatti alla risposta”, Image Furini Arte Contemporanea, Pietrasanta (Lu), Italia. 2005 “Seven”, Palazzo Pretorio, Certaldo (Si), Italia;  “1905 -2005 Cento anni Fabbri”, Fondazione del Monte, Bologna 2004 “Anteprima XIV Quadriennale”, Promotrice delle Belle Arti, Torino. 2003 “Mito contemporaneo - Fututrismo e oltre”, Lamec, Vicenza, Italia.

2 apr 2012

EDWARD THOMASSON | Inside | South London Gallery + Space | Londra | 2 Marzo - 13 Maggio 2012

" ...Edward Thomasson’s exhibition, Inside, generates a vision of the person trapped inside the body and the body trapped in the world. His video also titled Inside (2012) consists of three cross-edited scenarios. An acupuncturist delivers a simple treatment, female prisoners receive art-therapy, and a woman and man sing a song called "Not Safe Inside". The scenarios seem disjunct, yet somehow are effortlessly viewed as a whole. The video is narrated by one of the prisoners, who explains a difficulty in expressing feelings, and she, along with the music, provides an informal backing track to the overarching series of events. The web of reference in the video is so well spun, that even as we follow the camera inside the singer’s throat, the whole scenario remains plausible and indefinably rational. The final, self-reflexive narratorial statement, spoken as the prisoner stares toward the camera, mouth-unmoving, awakes you from the sequence, but leaves the debate about personal and private, physical and metaphysical space, ringing in your ears. “You’re inside my head, after all"..."

Travis Ryley, "The Figure in Space | Alice Channer: Body In Space and Edward Thomasson: Inside | South London Gallery | London", Tuesday, 13 March 2012, Aesthetica Magazine Blog
— London





27 mar 2012

NEMANJA CVIJANOVIć / Progetto Anonimo di Alfredo Sigolo




Prologo

Alcuni anni or sono a Milano, presso la galleria Zero, si svolgeva una tappa del format Double ideato in alternanza alla normale programmazione dal titolo Progetto Anonimo. Al pubblico intervenuto la vista della galleria, e con essa quella dell’unica immagine esposta ovvero il Portrait De Yasser Arafat di Laurent Sazy, risultava parzialmente preclusa e resa difficoltosa dalla presenza nello spazio di un serpente nero.

Oggi

Di quell’oscuro e, per molti versi, inquietante intervento ideato dall’artista Massimo Grimaldi, Nemanja Cvijanović raccoglie oggi il testimone e lo rimette in scena in una versione potremmo dire “riveduta e corretta”, con l’intento preciso di dar seguito e riaffermare la denuncia sociale sottesa a quel lavoro nei confronti delle dinamiche dei nuovi poteri globali costituiti.

Gli eventi della storia recente raccontano dell’abdicazione della politica a favore dell’instaurazione di oligarchie determinate dal potere economico e finanziario che non conosce alternative al consumismo crescente. L’unica regola è che non ci sono regole, l’obiettivo è il denaro. La fisionomia e i confini, così come i volti dei protagonisti di queste oligarchie, si nascondono nelle pieghe degli apparati burocratici, dietro i numeri delle borse, tra le sigle di organismi d’affari e le lobby che, inesorabilmente, acquistano credito a fronte del progressivo declino delle “cosiddette” democrazie occidentali.

Nel grande scacchiere globale la crisi degli Stati nazionali s’accompagna alla moltiplicazione e rafforzamento di organizzazioni intergovernative e non, le cui risoluzioni prevaricano le politiche locali, spesso diventando comodi alibi per assegnare allo stato di necessità decisioni impopolari che alimentano diseguaglianza e conflitto sociale, povertà e indigenza.

In questa sua riedizione del Progetto Anonimo l’artista croato si stacca dal fatto contingente dell’epoca (l’improvvisa e, per molti, sospetta scomparsa di Yasser Arafat) e si estende assumendo una dimensione sincronica a denunciare la strategia di una asse globale innominato, mosso dagli apparati finanziari, che opera trascendendo le regole civili e partecipative, e che agisce svuotando le istituzioni della loro autorità.

La Res Publica nel suo significato letterale è ciò che secondo Cvijanović più d’ogni altra cosa rischia oggi l’estinzione, stretta nella morsa della ragione economica, sostituita nella percezione collettiva dall’oppio del consumo.

Non è un caso che le forme di resistenza, che pure insorgono, siano nate spontaneamente “dal basso”, dalla primavera mediterranea agli Indignados fino ai movimenti americani innescati da Occupy Wall Street (inserito dal critico Charlie Finch tra i principali eventi artistici del 2011), che stanno a dimostrare che i popoli non si riconoscono più nei propri governanti rispetto ai quali assumono uno status antagonista, in molti casi dettato dall’istinto di sopravvivenza.

Significato

Il serpente, nella tradizione cristiana, rappresenta il male oscuro ma anche l’infingimento, la minaccia celata e senza nome. La sua presenza metaforica si insinua nella storia che si fa sotto i nostri occhi e che mostra come nel nome (del mito) degli ideali di libertà e democrazia si siano consumati eventi cruenti e delittuosi per sovvertire poteri totalitari oggi demonizzati e un tempo alleati nella corsa al potere finanziario e all’accumulo di capitali.

Analogamente forme assolutiste del tutto assimilabili appaiono tollerate e celebrate perché incarnano ideali strategici e funzionali al mantenimento degli equilibri di potere, unica vera religione in nome della quale anche le radici cristiane e cattoliche che hanno concorso alla formazione dell’identità culturale europea possono divenire strumento utile alla causa che si riassume nel motto “il potere e la grazia”.

Complottismo? Provocazione? La misura della critica possibile alla visione di Nemanja Civjianović sta nella forza stessa della sua denuncia, notoriamente incisiva e scandalosa, irriverente rispetto a qualsiasi forma di moralismo. Ma altresì ferma e netta, costruita nel contesto di una riflessione critica storica, il cui obiettivo primario resta la volontà di suscitare dibattito e discussione, restituendo al pubblico quel senso di partecipazione collettiva alla vita pubblica che sempre più appare (quasi) irrimediabilmente perduto.


Stato di eccezione

Al limite tra politica e diritto, in una zona di indeterminazione tra democrazia ed assolutismo Giorgio Agamben colloca lo Stato di eccezione, concetto chiave nella Politische Theologie (1922) di Carl Schmitt e ripreso come paradigma dominante del nostro tempo. L’instaurazione di forme provvisorie di totalitarismo per rispondere ad uno stato di emergenza sono note nella storia del passato recente, dal Terzo Reich al Patriot Act del 2001. Ma forme sottili di stati di eccezione, meno plateali, fluttuanti ma insidiose, sembrano diffondersi con sempre maggiore frequenza.

Dagli anni ’80 ad oggi le crisi economiche internazionali hanno assunto ritmi incalzanti e in uno scenario di equilibri precari, di forte interdipendenza, l’autorità locale è messa sotto scacco, a tal punto da alimentare la percezione collettiva di vivere costantemente sotto assedio, in una paradossale condizione di provvisorietà permanente.

Tale percezione in molti casi trova la sua motivazione palese negli interventi e misure che i governi nazionali, in regime di sovranità limitata rispetto al contesto economico globale, attuano per preservare il proprio ruolo nel novero delle nazioni sviluppate (il cosiddetto Primo Mondo), spesso prescindendo dalle norme costituite o dai diritti acquisiti.


Trent’anni di riforme “caratteristiche speciali” sono solo una versione shanzhai (taroccata, n.d.r.) di falsi ideali del governo che senza sistematicità fanno ricadere la crisi politica e morale sui deboli. Se continueremo ad alterare i valori universali, l’uguaglianza e la giustizia, la sola cosa che potremo fare sarà aspettare la prossima ondata di distruzione. (Ai Weiwei, “Il blog. Scritti, interviste, invettive, 2006-2009” edizione italiana a cura di Stefano Chiodi, Johan & Levi editore, 212, pp. 289-290)


NEMANJA CVIJANOVIć / Progetto Anonimo

24 marzo – 12 maggio 2012

Furini Arte Contemporanea - Roma

IT – 00186 Roma, Via Giulia 8

Tel. +39 06 68307443

info@furiniartecontemporanea.it

www.furiniartecontemporanea.it

9 mar 2012

NEMANJA CVI JANOVIĆ / Progetto Anonimo


24 marzo – 12 maggio 2012

opening 24 marzo ore 12,00


(English below)

Muovendo da alcuni fondamentali accadimenti internazionali, Nemanja Cvijanović restituisce una personale visione della geografia politica ed economica contemporanea. Da un lato la sparizione violenta di alcuni protagonisti controversi della storia del ‘900 (Yasser Arafat, Saddam Hussein, Muammar Gheddafi), dall’altro le resistenze alla creazione di nuovi modelli politici provenienti da processi partecipativi spontanei transnazionali. A fronte del perdurare di forme di totalitarismo che la pervasività dei poteri economici finisce per rinsaldare, assistiamo all’involuzione delle democrazie, alla decadenza degli stati nazionali, alla crescita di disuguaglianze e conflitti sociali. Nemanja Cvijanović teorizza una sorta di tettonica politica globale interrogandosi sulle dinamiche che la governano e lo fa con la determinazione e la forza che da sempre contraddistinguono la sua ricerca. Dichiaratamente provocatorio, Progetto Anonimo ha l’obiettivo primo di suscitare un confronto aperto e il dibattito sul nostro tempo.

Moving from some basic international events, Nemanja Cvijanović returns a personal view on the contemporary political and economic geography. On one hand the violent disappearance of some controversial characters of the 20th century’s history (Yasser Arafat, Saddam Hussein, Muammar Gheddafi), on the other hand the resistences to the creation of new political models coming from transnational spontaneous participatory processes. Against the totalitarianism’s forms persisting which the economic powers pervasiveness finishes to consolidate, we assist to the democracies involution, to the national states decadence, to the inequalities and social conflicts’ growth. Nemanja Cvijanović theorizes a sort of global political tectonics, wondering about the dynamics which rule it and he does it with the determination and the strenght distinguish his research. Expressly provocative, the Progetto Anonimo’s first aim is to generate an open confrontation and a debate about our time.

Bio Nemanja Cvijanović (1972 – Rijeka, Croazia dove vive e lavora). Fra le mostre personali: 2012 Progetto Anonimo, Furini Arte Contemporanea, Rome, Italy 2011 Don’t Fuck with Social Democracy!, ŠKUC Gallery, Ljubljana, Slovenia; Za dom spremni - IKEA, Galerija umjetnina, Split, Croatia; Spomenik sjećanju na ideju o Internacionali, MSU Museum of Contemporary Art, Zagreb, Croatia; NOT, (with Ivan Moudov), Alberta Pane Gallery, Paris, France 2010 Italy; Triglav on The Adriatic See, DOPUST, Bačvice, Split, Croatia 2009 Collective passive performance Pop Art, Galerija SIZ, Rijeka, Croatia; Applause!, Galerija VN, Zagreb, Croatia 2008 Paying my Electricity Bill, MMSU Museum of Modern and Contemporaray Art, Rijeka, Croatia Aplauz!, Public intervention, Operacija:Grad 2008, Zagreb, Croatia; Kronos Devouring One Of His Children, KoCA, Weimar, Germany; All Right, Galerija PM, Zagreb, Croatia 2007 Repetitio est mater studiorum, Alkatraz, Ljubljana, Slovenia 2006/07 All right, T293, Naples, Italy 2004 Natura morta, T293, Naples, Italy; The future here begins now, Ersteclub, Rijeka, Croatia 2003 One and Three Chairs, Museum NOB, Punat, Croatia; Uno, J. Klovic Gallery, Rijeka, Croatia; IQBAL, O.K. Gallery, MMC Palach, Rijeka, Croatia 2002 Comrades follow me hurrah!, Galleria Juraj Klovic, Rijeka, Croatia Fra le mostre collettive: 2012 Manifesta 9, Genk, Belgium (upcoming); Transactions, Centro Cultural de España en Guatemala, La Ciudad de Guatemala, Guatemala 2011 52nd October salon, Muzej 25. Maj, Belgrade, Serbia; Il Belpaese dell Arte, GAMeC Museum of Modern and Contemporary Art, Bergamo, Italy; Second World, Steirischer Herbst festival, Graz, Austria; Dolomiti Contemporanee, Sass Mass - Sospirolo, Italy; Nismo zadovoljni, Porečki anale, Poreč, Croatia; Transactions, Galeria Horrach Moya, Palma de Mallorca, Spain; Lo stato dell`arte, Padiglione Italia 54. Biennale di Venezia; Volume collection, Museum of Modern and Contemporary Art MMSU, Rijeka / MKC, Split, Croatia 2010 Luc Tuymans: A View of Central Europe, Bruges Central Festival, Bruges, Belgium; T-HT Award, Museum of Contemporary Art MSU, Zagreb, Croatia; Volume collection, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venice, Italy; Sillabario, Nomas Foundation, Rome, Italy; Post Monument’, XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, Carrara, Italy; The other side of the coin, ŠKUC Gallery’, Ljubljana, Slovenia 2009 Viva l’Italia, Galleria Enrico Astuni, Bologna, Italy; Dogma, Galerija Bačva, Dom HDLU, Zagreb, Croatia; Where to go? notes on transformation after 1989, < rotor > Association for Contemporary Art, Graz, Austria; Crime and Punishment, Galerija Kortil, Drugo More, Rijeka, Croatia 2008 Soft Cell, GC.AC, Monfalcone, Italy; What About Power Relations?, Ex Ponto Festival, Vžigalica / Galerija Škuc, Ljubljana, Slovenia; Article 23, Galerija Škuc, Ljubljana, Slovenia; No Future Artbus, New York, USA 2007 Spritz time Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia, Italy; ON, Piazza G. Verdi, Bologna, Italy; Unbound, Contemporary Art Platform, London, U.K.; Transition, Mine Yours Ours festival, Drugo More, Rijeka, Croatia; Recognize, Contemporary Art Platform, London, U.K.; Undo, Dazed Gallery, London, U.K.
2007 The Breath, Contemporary Art Platform, London, U.K.; Inbetweeness, Ex Carceri del Complesso di San Michele a Ripa, Rome, Italy; 2006 The Sweetest dream: Unity and dissonance in Europe, Space, London, U.K. 2005 Chalupeck_'s prize, finalists exhibition, City Gallery, Prague, Check Repubblic; Thin line: The exhibition, the movie, IJskelds VUB & Nadine VZW, Brussels, Belgium; Radoslav Putar Award, Galerija Krizic Roban, Zagreb, Croatia; Mars Pavillon, Giardini di Castello, Venice, Italy; Foresti a Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venice, Italy; Thin Line 3, Viafarini, Milan, Italy 2004 Space is the place_ 03, T.P.O., Bologna, Italy 2003 Emerging Artists – Riječka Situacija, Museo d’Arte Contemporanea, Rijeka, Croatia

28 feb 2012

Marlon de Azambuja / Architecture Now! / 2012

Marlon de Azambuja / Architecture Now! / 2012 / collage on wood, 105x105 cm

Marlon de Azambuja / Architecture Now! / 2012 / collage on wood, 105x105 cm

Marlon de Azambuja / Architecture Now! / 2012 / collage on wood, 105x105 cm

Marlon de Azambuja / Architecture Now! / 2012 / collage on wood, 105x105 cm

Marlon de Azambuja / Architecture Now! / 2012 / collage on wood, 105x105 cm


Edward Thomasson, Find A Problem To Solve, 2008, video for projection, 8:30 mins

3 feb 2012

FURINI ARTE CONTEMPORANEA / ART ROTTERDAM 2012

(English below)

Per la sua prima partecipazione ad Art Rotterdam – New Art Section, FURINI ARTE CONTEMPORANEA è lieta di presentare un progetto dell’artista brasiliano Marlon de Azambuja.

L’intervento, parte della serie OPERATION, consiste nel coprire completamente una parete dello spazio espositivo con stickers adesivi nei loro fogli originali e, con un apparentemente minimo intervento nell’ordine di disposizione di alcuni stickers, ottenere il massimo effetto nella partecipazione visiva dello spettatore, trattandosi di un profondo lavoro sulla percezione. Questo disordine intende creare uno spazio scomodo alla vista dell’osservatore, una sensazione che le cose siano fuori posto, in modo da permettere una riflessione su come un semplice gesto possa generare tale confusione visiva. Questo progetto è parte della più ampia produzione di Marlon de Azambuja, fondata sulla ricerca di forme presenti nella realtà ma non direttamente riconoscibili, quindi nella valorizzazione di elementi dati per scontati fino a divenire invisibili. Questo aspetto è così proiettato sul processo mentale relativo a concetti e idee.

OPERATION è un diverso approccio ai temi sviluppati da marlon de Azambuja: il contesto, l’individuo nel suo spazio, la sintesi del complesso, l’analisi delle parti nell’intero e la loro sinergia, il cambio di significato e la percezione con il minimo gesto oltre alla nuova identità che nasce da una precedente, solo per mezzo di un’idea suggerita. La serie Operations è fra i più nuovi approdi, più sottile, ma sempre forte.

Il lavoro di Marlon de Azambuja si realizza usando diversi mezzi come la fotografia, il video, l’installazione, l’intervento, la scultura, il disegno senza limiti, perché considera ogni linguaggio possibile per la comunicazione. E’ a favore di un’arte popolare, fatta di materiali comuni e semplici come nastro adesivo, carta, stampa, foto, inchiostro, per promuovere e diffondere l’idea di nuovo linguaggio devoto alla comunicazione senza usare luoghi comuni, solo mostrando le idee in modi diversi da come ci aspettiamo. Quindi, nuove identità prodotte da nuovi linguaggi per creare l’idea che abbiamo in mente ma che è già dimenticata, o impossibile da esprimere perché nella nostra memoria profonda. Parte da una visione reale per sollecitare una visione mentale, causando un’emozione e generando il senso dell’idea. Questo tipo di processo non finisce dopo il confronto con l’opera d’arte, ma continua a generare forme, oggetti, idee nella mente dello spettatore, così come il nuovo linguaggio continua la sua traduzione in contesti differenti.

Talvolta con grandi interventi (Potencial Escultorico che creano nuove forme nel contesto urbano o in spazi pubblici usando nastro adesivo colorato), altre con oggetti reali (Tate Modern 2010-2011, New Museum 2010, gabbie con la forma di architetture museali per sottolineare la rilevanza del contenitore sul contenuto), o disegnando su immagini dell’arredo urbano per creare nuove figure collegando elementi dello spazio (Metaesquema) dove, con il passare del tempo, le immagini di sfondo sbiadiranno, ma non le nuove presenze ad inchiostro.

Parte della nuova produzione sono i collages su carta Nuovo Ampliamento e i disegni su carta Nuevos Barrios, brillanti consideazioni sull’architettura, i suoi simboli e metodi, e l’espansione edilizia con i suoi effetti sull’aspetto urbano.

For its first participation at Art Rotterdam, FURINI ARTE CONTEMPORANEA is delighted to present a project by Brazilian artist Marlon de Azambuja. The intervention from the Operation series consists in completely covering a wall of the exhibition space with adhesive stickers in their original sleeves and, by an apparently minimum intervention on the ordered placement of some stickers, to obtain the maximum effect on the observer’s visual participation, being about a deep work on the perception. This disorder intends to create an uncomfortable space in the viewer's sight, a sensation that things are out of place, thus allowing the reflection on how one simple gesture can generate such visual chaos. This project is part of the Marlon de Azambuja larger production, founded on the research of forms present in the reality yet not straight recognizable, thus on the exploitation of elements taken for granted so as to become invisible. This aspect is then projected onto the mental process related to concepts and ideas. Operation is a different approach to the themes developed by Marlon de Azambuja: the context, the individual in its space, the synthesis of the complex, the analysis of the parts on the whole and their synergy, the change of the meaning and the perception with a minimal gesture besides the new identity born from an old one, just by a suggested idea. The Operation series is one of the latest landfall, subtler but strong nonetheless. The Marlon de Azambuja’s work comes into its own using different media such as photography, video, installation, intervention, sculpture, drawing without any limits, because he feels that every language is able to convey an idea. He is in favour of a popular art, made by common and simple materials such as coloured adhesive tapes, paper, print, photo and ink, to promote and diffuse the idea of a new language devoted to the communication without using commonplaces, just showing the ideas in a different way we expect them. Therefore, new identities made by new languages to shape the idea we have in our mind but already forgotten, or impossible to express because too deeply hidden in our memory. He starts from the real vision to urge a mental view, causing an emotion and generating the sense of the idea. This kind of process doesn’t stop after the comparison with the artwork but continues to generate forms, objects, ideas in the viewer’s mind, such as the new language keeps its translation in different contexts. Sometimes with big interventions, like Potencial Escultorico, creating new forms in the urban contest or in public spaces using coloured adhesive tape; others with real objects (Tate Modern 2010-2011, New Museum 2010, cages with the form of museum architectures to underline the relevance of the container on the content), or drawing on urban environment pictures to make new figures linking elements of the space (Metaesquema) where, as time is passing by, the images in the background will fade, but not the new ink works. Part of the new production are the collages on paper Nuovo Ampliamento and the drawings on paper Nuevos Barrios, clever considerations on architecture, its symbols and methods, and the building expansion with its effects on the urban look.